Spid, identità digitale: che cos’è e a che cosa serve

Il Sistema permette di ottenere on line i servizi erogati dalla Pubblica amministrazione senza fare la coda agli sportelli. Ecco come si chiede e come funziona.

Esiste dall’inizio del 2016. Eppure, se oggi si va in un ufficio pubblico, allo sportello prenotazioni dell’ospedale o in Comune per pagare la Tasi, si trova ancora la coda. Invece si potrebbe risparmiare un bel po’ di tempo utilizzando lo Spid. La sigla sta per Sistema Pubblico di Identità Digitale. Ma, a ben pensarci, sarebbe (più o meno) la pronuncia della parola inglese «speed», cioè velocità. Tutto dovrebbe essere più veloce, infatti. Altro che perdere la mattinata in coda agli sportelli per avere un certificato dall’Inps. Mancanza di informazione? Ci pensiamo noi a rinfrescarvi la memoria o (per chi ancora non lo sapesse) a spiegare che cos’è lo Spid e a che cosa serve.

Che cos’è lo Spid

Lo Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, è un sistema che consente di avere un codice Pin unico per accedere on line ai servizi della Pubblica amministrazione. In pratica, permette di avere una sola identità e di eliminare (così da non doverli tenere in mente) tutti gli altri codici già esistenti. Ma, soprattutto, dà la possibilità si ottenere il documento di cui si ha bisogno o di effettuare un certo pagamento senza fare la coda. Se è vero, come si dice, che il tempo è denaro, lo Spid dovrebbe far risparmiare parecchio ai cittadini.

A che cosa serve lo Spid

Il Sistema di identità digitale serve ad accedere on line ai servizi pubblici, dal certificato dell’Inps al pagamento della Tasi o del bollo auto, di una multa o delle tasse dell’università statale. Dalla richiesta di una prestazione sanitaria alla consultazione del Cud. In sostanza, grazie allo Spid, si ha l’accesso via Internet dal 2017 ai servizi erogati da Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, Regioni e Comuni. Il tutto, appunto, con un codice unico. Ma non solo: lo Spid serve anche per accedere on line alla carta del docente e all’utilizzo di 18app bonus. La prima, consente a docenti, insegnanti e professori di ottenere il bonus da 500 euro previsto per la loro formazione professionale. La seconda, permette ai ragazzi maggiorenni di avere il bonus cultura da 500 euro.

Inoltre, lo Spid dà anche accesso ai pubblici servizi in ambito internazionale, all’interno dell’Unione europea. Il tutto on line, attraverso qualsiasi dispositivo collegato ad Internet (smartphone, pc, tablet).

Come chiedere lo Spid

Il sistema è gestito dall’Agenzia per l’Italia digitale, ma per richiedere l’identità unica è necessario rivolgersi ai Gestori di Identità Digitale (Identity Provider).
Si tratta di soggetti privati accreditati dall’Agenzia che forniscono le identità digitali, previa verifica dei dati, e si occupano di gestirle.

I gestori ai quali è possibile richiedere l’identità digitale, al momento, sono:

InfoCert S.p.a;
Poste Italiane S.p.a;
Telecom Italia Trust Technologies Srl;
Aruba Pec S.p.a;
Sielte S.p.a.
Una volta scelto il provider, non si è vincolati definitivamente: si ha la possibilità di cambiare.

La richiesta dello Spid va fatta previa registrazione al sistema e identificazione tramite la Carta nazionale dei servizi (la nuova tessera sanitaria con il chip) oppure tramite la Carta di identità elettronica (per chi ne è in possesso). Verificata l’identità on line, l’Agenzia rilascia il codice Spid unico per avere l’accesso a tutti i servizi erogati dalla Pubblica amministrazione. La domanda, però, deve avere in allegato il modulo «Pin unico – Spid 2017» e i documenti richiesti.

Lo Spid è sicuro?

Lo Spid, il Sistema per l’identità digitale, appare sicuro in quanto fornisce al provider soltanto i dati strettamente necessari per l’operazione che si deve eseguire.

Il sistema prevede tre livelli di sicurezza che corrispondono a tre diversi livelli di identità:

il primo livello consente l’autenticazione tramite l’Id e la password scelta dall’utente;
il secondo livello aggiunge una one time password aggiuntiva, cioè una parola chiave utilizzabile una sola volta;
il terzo livello prevede l’aggiunta di una smart card e consente l’utilizzo della carta d’identità elettronica o della Carta dei servizi dotata di chip.
Sarà il cittadino a dare il proprio consenso sull’utilizzo dei propri dati.

E’ cosa buona e giusta precisare che non c’è l’obbligo di possedere un’identità digitale, cioè uno Spid.

 

Fonte: www.laleggepertutti.it

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